Non appartengono al genere umano. Potrebbero essere folletti del bosco, gnomi e ninfe, che trascorrono la loro magica esistenza in un luogo incantato, incontaminato, dove nelle rocce spuntano felci e capelvenere, nelle acque limpide si specchiano gli alberi e gli animali, paradiso in cui gli unici rumori sono dati dall’infrangersi del acqua delle cascate e dal fruscio del vento tra le foglie…
Se si trattasse di una favola potrebbe iniziare così.
Invece si tratta della realtà, di un paesaggio reale e di un luogo che pulsa di vita, uno dei tesori più preziosi di Rigoroso, ricco di molti angoli poco accessibili da riscoprire: il Rio dell’Acquafredda.
In questo microclima particolarissimo a causa della scarsa esposizione al sole ed alla freddezza delle acque, si possono osservare molte specie animali e vegetali alquanto curiose.
Nei tratti in cui l’acqua scorre più lenta dopo aver formato le cascate che caratterizzano il corso, in un fondale fatto di foglie, pietre e rami spezzati, fra i gamberi ed altre creature, è possibile scorgere alcuni legnetti che sembrano muoversi in modo del tutto estraneo al flusso delle acque, anche controcorrente. Solo un’osservazione più attenta rivela che ci si trova dinnanzi a strani insetti il cui corpo è circondato da una “casetta” cilindrica composta da piccoli pezzi di legno o di pietruzze simili a quelle del fondo.
Per me è stata una scoperta entusiasmante, la natura non finisce mai di stupire con le sue meraviglie, anche se , non conoscendo nessun entomologo, non sono riuscita a sapere che cosa fossero fino al momento in cui non ho visto un documentario sul Gran Paradiso.